Sviluppo psicofisico





CAMMINARE
CORRERE
SALTARE
ROTOLARSI
STRICIARE
ARRAMPICARSI


CAMMINARE: Eretti (camminata normale).
Camminare “a gattoni” (sulle ginocchia e palmi o braccia).
Camminare “a ragno” (pancia in giù, in alto il sedere, si
cammina sulle mani e piedi), figura 1.
Camminare “a ragno rovesciato”, figura 2.
- I movimenti sono da compiere nelle varie direzioni e
velocità.



Ci sono poi varie camminate speciali:
- “lentissima”
- della “scimmia” (mimando le movenze dell’animale)
- dell’“ubriaco” (barcollando ma rimanendo in piedi)
- del “fantasma” (come se spostandomi rischiassi di andare a
urtare, ma appena “percepisco” l’oggetto contro il quale sto
impattando, devo evitare il più possibile la violenza dell’urto,
e trovare direzioni nuove), da eseguire al buio totale.
- e altre tecniche…
È anche molto importante camminare sulle punte, sui
talloni, sulla parte esterna del piede, su quella interna,
con le punte ruotate all’esterno e con le punte ruotate
all’interno.


CORRERE: avanti, indietro, spostarsi correndo nelle varie
direzioni, correre a balzelli in avanti ed anche indietro,
ammortizzando molto e dandosi una buona e graduale
spinta.
Correre piegando il meno possibile il ginocchio, ma
mantenendo sempre elasticità di movimento, come calciando
(piegando poco il ginocchio) in avanti.
Correre sulle punte dei piedi e anche sui talloni (possibilmente scalzi,
è un ottimo esercizio di riflessologia plantare zen).
Correre eseguendo degli scatti di breve, media o lunga durata
e intensità.
La “scimmia” correndo (comunque movendosi abbastanza
veloci) è molto divertente, soprattutto se si mettono le
movenze e i saltelli tipici delle scimmie.
È inoltre questo un esercizio tra i più completi.
(meglio farlo con pochi intimi, sconsigliato a classi)

SALTARE: Saltelli sia con i piedi uniti che con le gambe
leggermente divaricate, proiettandosi sia verso l’alto che in
lunghezza. Fare sempre in modo di spingersi e ammortizzarsi bene con
tutto il corpo.

Saltelli a piedi uniti, facendo saltello avanti-indietro-destra-
sinistra, continuare e aumentare la velocità. Poi cambiare
indicazioni spaziali, esempio: dietro-sinistra-destra-avanti, e
di nuovo aumentare velocità. Saltelli aprendo e chiudendo le
gambe e la braccia lateralmente:


Frontalmente ”sforbiciata”, un piede avanti l’altro indietro
e saltando, alternarli (la traiettoria del piede può essere
anche esterna, cioè non sulla stessa direttrice ma compiere
una traiettoria a semicerchio esterno nell’ alternanza avanti-
indietro) accompagnando volendo il movimento con bracciata
simmetrica o asimmetrica.


Sforbiciata
- Nelle sforbiciate oltre a un movimento diretto delle braccia,
(vedi figura) è consigliato il movimento di oscillazione delle
braccia lungo i fianchi, tenendo bene le spalle rilassate. Oppure
una torsione del busto con conseguente movimento di spalle
nel caso si opti per una traiettoria a semicerchio esterno nel
saltello.
Sempre eseguendo lo stile in modo simmetrico e
asimmetrico.
Saltellare a “passettini” rimanendo sul posto (come per saltare
la corda), tenendo spalle e braccia completamente rilassate.
Saltare portando le ginocchia in su in avanti, prima una gamba
alla volta, poi contemporaneamente (si può arrivare a portarle
fino al petto, ma andare con calma, l’importante è alzare bene
le ginocchia in avanti).
Saltellare calciandosi con il tallone il sedere, prima una e poi
l’altra e via.
Saltellare su una gamba sola, alternandole.
I salti della rana. Utilizzare i quattro arti per darsi la spinta.
Spinta che può proiettare verso l’alto, il lungo, o in direzioni
diverse. Variando intensità di spinta e quindi distanza percorsa.
Anche rimanendo sul posto, vanno bene.
Atterrare sui quattro arti. Distribuendo il peso tra mani e
piedi. Rimanere come sempre il più sciolti possibile.



ROTOLARSI: sdraiati a terra a pancia verso terra.
Si incomincia a rotolare un po’ a destra un po’ a sinistra.
Poi si riparte da pancia verso l’alto.

- Come tenere le braccia
Nell’ordine:
- Alle prime rotolate (rullate) con le mani che coprono la
faccia e i gomiti vicini al petto.
- Poi con le braccia in alto.
- Per finire con le braccia lungo il corpo.
Si può anche fare un braccio lungo il corpo e l’altro in alto.
È anche molto interessante lasciarsi rotolare giù da un pendio,
e anche tentare rotolando di risalirci.

STRISCIARE: pancia a contatto con la terra, strisciare in
avanti aiutandosi con braccia e gambe, stare il più basso
possibile, la maggior parte del corpo si trova a contatto con la
terra, le punte dei piedi rivolte all’esterno.
Continuare all’indietro e poi percorrendo varie direzioni.
Provare poi (è consigliato senza scarpe) a strisciare, spingendosi
in avanti facendo flessione con le dita dei piedi e poi con tutto
il piede, tenere i talloni verso l’alto, e tenere le braccia ferme
(si procede molto lentamente). Poi la stessa cosa aiutandosi
con le dita, tenendo le braccia sopra la testa.
Strisciare sulla schiena, a pancia in su, tenendo la gambe unite,
piegando le gambe in modo da alzare le ginocchia, fare leva
sulle piante dei piedi e avanzare. Poi si può provare ad allargare
sempre più la distanza che intercorre tra i piedi.
Le braccia si possono tenere unite, più o meno distese, sopra
la testa, lungo i fianchi o mano nella mano sopra l’addome.

ARRAMPICARSI: nella propedeutica per l’arrampicata è
ottimo l’esercizio del ragno e del ragno rovesciato (dis.1
e dis.2). È interessante farlo sia in modo libero, come
preparazione per l’arrampicata, sia in modo simmetrico e
asimmetrico. Come lavoro sulla coordinazione.
Simmetrico: mi sposto, movendo simultaneamente la mano e
il piede corrispondente dallo stesso lato.
Asimmetrico: mi sposto movendo la mano e il piede
opposto.
Nell’arrampicata usare sempre la regola del 3 a 1, si sposta un
arto per cercare un nuovo appoggio solo quando gli altri 3
sono in sicurezza, cioè hanno degli appoggi (prese) che danno
sicurezza (equilibrio).
È vivamente consigliato valutare l’ipotetico nuovo appoggio,
con il tatto o con la vista (es. un ramo secco o una roccia che
si sgretola non sono buoni appoggi).
Nell’arrampicata stare sempre accorti, in caso di caduta, ad
agganciarsi alla prima possibilità e ritornare in sicurezza.

È molto interessante provare tutti gli esercizi proposti, bendati o comunque nel buio totale.
 
   
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